Roma, 27 set. (askanews) – I due concetti per i quali la quasi totalità dei rispondenti esprime accordo sono: correttezza e integrità. L’esempio dei vertici e del superiore diretto, che determina la cultura aziendale, è considerato dalla quasi totalità dei rispondenti il fattore più rilevante nel determinare un orientamento all’etica. La formazione è considerata dalla larga maggioranza dei rispondenti come il più efficace strumento logico e leva operativa per diffondere e rafforzare nelle organizzazioni comportamenti etici. Al contrario, gli strumenti formali quali D.Lgs. 231/2001 e Legge 190/2012 e la certificazione SA 8000 sono considerati poco efficaci in quanto meno del 50% si trova d’accordo.
“Questa ricerca – ha spiegato Annarita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni – offre lo spunto per un’ampia riflessione che coinvolge imprese, manager e professionisti sull’etica nell’impresa che significa anche esercizio responsabile dei propri compiti all’interno dei ruoli professionali. Competenze e formazione sono una delle chiavi di lettura dell’etica del professionista 4.0. che punta ad un servizio di qualità cui deve guardare sempre più anche la rappresentanza”.
“Come si conviene ad organizzazioni che vogliono essere pragmatiche e dare un reale contributo al progresso – ha concluso Elio Borgonovi, coordinatore scientifico della ricerca – si tratta ora di passare dalle analisi, dai convegni, al cambiamento reale nella formazione manageriale di Asfor e Apafrom e nelle imprese che aderiscono al sistema Confcommercio. Occorre fare massa critica”.
Fonte: Yahoo Finanza